Il cavaliere aveva percorso miglia e miglia nell'inferno gelato della tundra di Sariforn. Giorni e giorni senza vedere il sole e con solo il cavallo con cui dividere la fame. Fredde e grigie giornate con il respiro fumante, le mani fredde e gli spifferi gelati che gli congelavano le ossa. Finalmente tornava a casa. In lontananza ormai scorgeva da ore il profilo della torre. "
Casa" penso', e spinse al galoppo il cavallo. Via via che si avvicinava alla torre essa acquistava un colore ocra pallido che stonava con il bianco ed il grigio della campagna gelata. Non si era reso conto fino a quel momento che da giorni il suo mondo era fatto di bianco e di grigio, come se un mago malefico di Odon avesse fatto uno degli incantesimi che toglievano i colori alla vista.
La guardia della torre non lo riconobbe, e puntandogli la balestra contro gli intimo' di fermarsi. Una seconda guardia usci' dalla fortezza per interrogarlo.
" Sono Vlad di Sariforn, tuo signore e padrone, e sono stato abbastanza al gelo in questi anni per averne ancora voglia, uomo". La guardia lo riconobbe e lo fece entrare, senza troppe cerimonie come era nel carattere degli uomini di Sariforn. Nulla piu' lo separava dalla Dama del castello. La sua Dama del castello. Lascio' il cavallo nelle scuderie, ed ordino che fosse sfamato e strigliato a dovere. Con passo deciso si diresse ai suoi alloggi. Quasi non si accorse della donna che gli aveva aperto e che travolse, e si diresse verso i capelli rosso rame della Dama del castello, che sembravano fluttuare nell'aria mentre lei si voltava verso di lui.
Penso' che non ne aveva ancora visto il volto mentre la baciava, ma sentiva il suo odore e la morbida compattezza del suo corpo.
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