venerdì 25 febbraio 2011

Ed eccomi a casa

Eccomi appena atterrato a San Francisco dopo aver sbancato il casino' del Venetian di Las Vegas.
Dopo pranzo ho infatti trasformato 500 dollari in 1400 al tavolo del Black Jack. Sono o non sono fighissimo, potentissimo, bellissimo e bravissimo, eh?
E sono stati fortunati che dovevo prendere l'aereo senno' trasformavo il Venetian in una pizzeria al taglio-Kebab da asporto e lo rinominavo in "Gennaro o' Vibrione" gia' che c'ero.
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UnMegalomane Emigrante

giovedì 24 febbraio 2011

The pawn stars

The pawn stars (da pronunciarsi in inglese con un suono simile a "the porn stars")  e' uno dei molti reality televisivi in onda sulle Tv americane e che di sicuro prima o poi verra' proposto anche sui vostri schermi. Si basa su una famiglia che gestisce un "pawn" shop, ovvero una sorta di banco dei pegni nella vecchia down town di Vegas.
La formula del programma e' semplice, i clienti entrano ed offrono di vendere le cose piu' bizzarre. A volte autentiche rarita' come la dichiarazione originale di indipendenza degli Stati Uniti.
Stasera dopo cena, essendo io di umore 'peso' ho avuto la brillante idea di accompagnare dei colleghi americani  a vedere dal vero 'sto negozio che in Tv viene definito come "opened 24 hours ..we never close" (sempre aperto). Il negozio pero' era chiuso e la zona e' certamente malfamata. Per intenderci la old downtown di Vegas ha questi tipi business ancora in piedi ed aperti la sera:
- Le mitologiche cappelle di matrimonio (si' inclusa quella con Elvis che vi sposa, tutta in rosa)
- Tatuatori che ad occhio e croce deve andarti bene per prenderti solo il tetano
- Stanze dove guardare in pace film porno
- Motel in cui le stanze costano 12 dollari a notte
In compenso tornando in Hotel ho visto gli effetti della bolla immobiliare su Las Vegas. C'e' un Hotel chiamato il Blue Fountain credo,  costato fin ora un miliardo e mezzo di dollari ancora da finire. Una enorme torre "Trump" compleamente finita con migliaia di appartamenti in cui solo due o tre sparute luci accese indicavano la presenza di abitanti.
Ha un che di felliniano questa Vegas.
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Party (e due)

E sono sopravvissuto anche al secondo ed ultimo party da convention. Questa volte nel molto piu' informale e democratico  Lagasse's Stadium. Dovete sapere che Lagasse e' un famoso cuoco televisivo in America, che ogni volta che vedo propinare le sue ricette in Tv invariabilmente mi fa esclamare " e cazzo, non si tratta cosi' il cibo".
Mentre in questo enorme bar sport guardavo distrattamente  schermi ciclopici  che mostravano sconosciuti sport universitari, e colleghi che mi ponevano complicate domande, mi sono messo a pensare.
E mentre pensavano mi servivano granghio scadente e prime rib cosi' cosi'. Ed alla terza birra light e di fronte alle imprese di uno scopatore di Curling in Tv (e non fate gli spiritosi), ecco che mi metto a riflettere  sugli eventi mondiali degli ultimi  anni:
- Un negro come presidente americano
- La grande crisi economica del 2008
- La rivoluzione araba le cui conseguenze sono largamente imprevedibili
- Un presidente del consiglio italiano a giudizio per sfruttamento della prostituzione minorile
- La Cina che supera il Giappone in termini di PIL
- Le crisi finanziarie di Irlanda e Grecia, ed i rischi  concreti della fine dell'Euro
Ognuno di questi accadimenti di per se' segnerebbe un'epoca. Presi invece complessivamente ci dicono una cosa piu' dirompente; che la Storia e' in vigoroso movimento.
Il che per dire che il party non e' che sia stato tutta 'sta gran cosa.
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UnPindarico Emigrante

mercoledì 23 febbraio 2011

Il Party (ed uno)

Siccome vi so scettici che l'Emigrante  possa essere sopravvissuto  al party open bar in quel di Vegas, ebbene vi scrivo per rassicurarvi  che non solo non sono morto ma credo  di aver evitato la cirrosi epatica anche questa volta.
Nonostante quelli dello sciccosissimo "Lavo" (sostantivo, no predicato verbale) le abbiano provate tutte per far capitolare l'Emigrante.
Provarono prima con un Rieslieng aromatico e per nulla sapido e poi astuti con un elegantissimo Merlot di Napa Valley. Ma quando sull'immensa terrazza sullo strip di Vegas mi presentarono  trionfanti uno Chateau Lafitte Rothschild 2006, per un solo secondo di  piacevole frescolino del deserto del Nevada mi sono sentito in pace e ben disposto con il mondo. E pronto ad arrendermi.
Poi per fortuna e' passato.
E stasera secondo party,  molto meno formale e piu' rilassato, ma ancora con open bar. Se non riceveste aggiornamenti nei prossimi sei mesi sappiate che e' probabile che il mio fegato abbiamo fatto "schioppete". Ed io con esso.
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CheCiAbbineresteConCotantoVino Emigrante?

lunedì 21 febbraio 2011

Le Tv

Nella suite a due piani in stile "the Hangover"  in cui mi trovo al Venetian vi sono due televisori al plasma incastrati sopra al lavabo. Si', nel cesso!  Ed una TV nel soggiorno e due nella camera da letto.
Hanno paura che senza 4 televisori gli occupanti di 'sta piazza d'armi si mettano a fare cose rivoluzionarie come pensare o leggere un libro?
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CheOraLiAccendeTuttiPerVedereL'EffettoCheFa Emigrante

domenica 20 febbraio 2011

Le dichiarazioni delle tasse in America

Se pensate che compilare la dichiarazione dei redditi in Italia sia complesso, e' solo perche' non l'avete mai fatto negli States. Credo che nessuno sano di mente qui farebbe mai la dichiarazione in proprio (magari con un software tipo Turbo Tax se e' proprio semplice). A dire il vero le dichiarazioni da presentare sono due; una allo zio Sam (Stato Federale),  l'altra allo stato della California. Ed ogni stato ha la sua specificita' fiscale. Il termine per la presentazione scade  il prossimo 18 Aprile, ma sono accettate proroghe.
La mia dichiarazione la compila PriceWaterHouseECoppers (suona figo,  no?), ma vi dico che ci ho impiegato un'ora buona e sto ancora tremando, solo per rispondere alle loro 'semplici' domande.
  Che poi qui quando rispondi alle domande per  la dichiarazione percepisci  la continua minaccia: "Emigrante, non fare  il furbo che  vai in galera!". La sensazione e' che se sbagli anche di 10 cents lo zio Sam ti fa i bozzi.
Vi ricordate che Al Capone fu condannato (solo) per evasione fiscale al carcere a vita, si'?
Nel caso mi fossi sbagliato, qualcuno sarebbe cosi' gentile da  portarmi le arance a San Quintino?
E soprattutto, si abbinera' ai miei occhi la tenuta carceraria  a strisce bianche e nere? 
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Al Emigrante

venerdì 18 febbraio 2011

Vegas baby, Vegas!

Ecco nel titolo il commento piu' comune fatto dall'americano medio quando va a Las Vegas.
Io ho un rapporto un tantino piu' conflittuale con quella citta' e quindi ogni volta che mi tocca andarci esclamo:"E che due palle, Vegas ancora?".
Pare destino che almeno una volta l'anno mi tocchi andarci.
Da Lunedi' infatti l'intera redazione del blog (Io) si trasferisce a VegasBabyVegas per una settimana.
Saro' al Venetian, un Hotel immenso che copia Venezia, con tanto di gondolieri e Canal grande. Ricordo ancora in quell'albergo la mitica sala "San Marco Polo".
A proposito, sapete mica che giorno cade la festivita' di San Marco Polo?
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UnPrestoLagunare Emigrante

giovedì 17 febbraio 2011

Una storia dalla Cambogia

Era un giorno di freddo di Ottobre 2006,  e Marvia stava leggendo  come ogni Lunedi' mattina l'Espresso in una stanza riservata ai dottorandi  nella facolta' di lettere dell'universita' di Bologna. Aveva sfogliato distrattamente  le pagine del settimanale, domandandosi come sempre perche'  spendesse soldi per 2 etti di pubblicita' e politica. Ma riconosceva che l'Espresso era una sua debolezza sin dai tempi del liceo per la scorrevolezza  che la carta patinata aveva sui polpastrelli mentre ne sfogliava le pagine, e poi a volte c'erano storie ben scritte di cronaca che sarebbe diventata storia..
Il titolo di una pagina attiro'  la sua attenzione:
"Cambogia - Uno stato senza letteratura". - "Puo' mai esistere uno stato in cui non esista negli anni 2000 la letteratura?" si scopri' domandarsi prima di proseguire nella lettura dell'articolo:
"Attualmente la Cambogia non ha una letteratura contemporanea: il regime dei Khmer Rossi, che puniva la lettura con la morte, ha ucciso chi sapeva leggere e scrivere. Al giorno d'oggi i libri sono una rarità in Cambogia e non ci sono biblioteche a parte la Biblioteca Nazionale a Phnom Penh, riaperta nel 1980 e che sopravvive solo grazie alle donazioni.Gli ultimi libri cambogiani sono quelli scritti dai sopravvissuti ai massacri degli Khmer Rossi, ma non esiste una letteratura del periodo successivo a Pol Pot tranne che racconti per bambini o libri su Angkor. I cambogiani stessi non si interessano granché alla letteratura a causa della povertà e della continua lotta per la sopravvivenza.."
Si fermo' nella lettura e diede uno sguardo  strano al titolo della sua tesi che giaceva stampata in bozza sulla scrivania:
"L'islamizzazione della letteratura orale tradizionale e la nuova pubblicistica - I codici arabo-yemeniti: una ricerca codicologica ..."
Ci riflettette per qualche minuto, fece qualche ricerca su Internet, si alzo dalla sedia e prese il magro  manoscritto della bozza di tesi e la  butto' nel secchio. Penso' qualcosa tipo " ...E vaffanculo alla ricerca codicologica".
Si mise al computer e scrisse le prime righe della nuova dissertazione che intendeva scrivere:
" Una classificazione enciclopedica della letteratura  cambogiana pre kmhenita ed un approccio sistematico alla sua reintroduzione nella societa' cambogiana del terzo millennio."
Erano passati 3 anni da quando una delle tante emanazioni dell"ONU aveva finanziato e trasformato in realta' "l'approccio metodologico", come lo definiva lei scherzosamente, e l'avevano quindi spedita a Phnom Penh come capo del progetto.
Nei giorni di sconforto ed umidita' estrema  pensava  che avrebbe dovuto prestare piu' attenzione alla pubblicita' di borse fighe sull Espresso. Magari "l'approccio metodologico" sarebbe rimasto una "ricerca codicologica". Ma la sua vita in realta' le piaceva, si poteva definire quasi felice se solo non ci fossero state  zanzare e latrine putride.
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(Questa poi ve la spiego)


 

Le ultime da Bughondo

In questi ultimi tempi mi sono tenuto fuori dalle questioni politiche di quel paese esotico e sapido di nome Bughondo, dominato con pugno di ferro da un tiranno di nome Bubboloni. Non parlando l'idioma indigeno e non perfettamente padrone dei costumi e tabu' locali mi sono riservato di esprimere giudizi. Da quello che ho capito c'e' grande fermento attorno ad una pratica del tiranno nota ai locali come Bunga Bunga.
Ieri ho telefonato  al mio contatto indigeno Di Pietrone,  membro dell'opposizione a Bubboloni, per capire meglio la situazione.
Ecco il resoconto integrale della telefonata:
Emigrante: Ciao Di Pietrone, e' da un po' che non ci sentiamo. Ho sentito che i Viola sono tornati in piazza contro Bubboloni, che succede? Che ha combinato ancora Bubboloni?
Di Pietrone: Du non essere informado. Suggesso di duddo. Indando noi non essere piu' Viola ma cambiati in Bianchi. Grande novida'! E boi in biazza essere andate biliardi di noi donne bughandesi ber prodesdare gondro Bubboloni che sgoba donne.
Emigrante : Ma Di Pietrone, tu non sei uomo? E poi a Bughondo siete in miliardi di abitanti?
Di Pietrone: Io si uomo, ma trasformado in donna per grande manifesdazione di donne. E noi drasformati duddi in biliardi di donne da guando ingazzate con Bubboloni. Figurare du che bure ex amigo di Bubboloni in piazza con noi, lui ora ghiamarsi Fina! Bure cognado in piazza. Du figurare!
Emigrante: E che ha fatto questa volta Bubboloni? Solito vizio dei dittatori di abolire il parlamento ed impedire libere elezioni?
Di Pietrone: Ma no, du non gabire. Molto biu' grave. Lui essere come drago borcone che fare Bunga Bunga tutte le sere con giovani donne un boco mignotte di Bughondo. Giornali sabuto  e quindi duddo mondo brendere a sfoddere Bughondo.
Emigrante: Ecco, appunto del Bunga Bunga ti volevo chiedere...
Di Pietrone: Lui fare Bunga Bunga , lui fare Bunga Bunga con donne! E donne belle no brudde e ragghie. E lui fare regalini per Bunga Bunga. Quindi ora giudici di Bughondo volere fare Bunga Bunga a lui per questo. Nosdri giudici contrarissimi a Bunga Bunga. Tu puoi fare tutto a Bughondo, ma no Bunga Bunga, se  dare regalini e ghiamare Bubboloni!
Emigrante: E quindi voi che proponete come opposizione Bughandese? 
Di Pietrone : Noi avere grande brobosta per Bughondo. Brobosta geniale. Noi broborre come capo di tribu' brudda ragghiona un bo' amedea. Nostra grande gombagna Rosy Bonghi. Io assicurare che lei mai fare Bunga Bunga. Con nessuno. E Nessuno fare Bunga Bunga con lei. Problemi di Bughondo risoldi con Bonghi
Bonghi...Bunga Bunga,... Viola  e' Bianchi, io ad un certo punto ho perso il filo e vi confesso  ho simulato la caduta della linea.

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mercoledì 16 febbraio 2011

Vendetta!

Erano passati 17 anni dall'ultima volta che si era seduto davanti a professori del Politecnico. Questa volta era seduto a migliaia di Kilometri di distanza, in videoconferenza davanti ad una decina di loro, ma la sensazione era quasi la stessa.
E come al solito  loro avevano preso  la parola interrogandolo. Domandandogli cose complesse.
Questa volta pero'  lui rispose esponendo concetti a loro sconosciuti e bacchettandoli quando le loro domande mancavano di precisione o sottolineavano l'ovvio. Del resto era lui l'espertone dall'America.
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lunedì 14 febbraio 2011

Lunedi' 14 Febbraio

E' lunedi' piove ed il cielo e' plumbeo.
L'Inter ha perso con la Juve.
E' San Valentino, la giornata piu' zuccherosa, vuota e commerciale dell'anno.
Saro' perseguitato in tutti i luoghi pubblici in cui mi trovero' da venditori di palloncini a forma di cuore, mazzi di brutte rose e cioccolatini scadenti.
Devo compilare il questionario sui miei guadagni per il 2010 per la dichiarazione dei redditi.

No ditelo se l'avete con me, eh?
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Comunicazione di Servizio

Mi piacerebbe conoscere le storie di due lettori regolari di questo sito. Il primo scrive dall'esclusivissima Beverly Hills. Il secondo da Phnum Penh, Cambogia.
Mi contattate in email? Ogni volta che studio gli accessi al sito voi due accendete la mia immaginazione.
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UnCurioso Emigrante

sabato 12 febbraio 2011

Ci', ha iuto a Venezia?

Poi capita a volte che tu sia intento ad essere serio e professionale, a spiegare in dettaglio, ad articolare ed illustrare.  Ed ad usare paroloni di gran moda  (tipo "olistico") .
Ed alla fine  quando chiedi se ci sono domande, osservi  un tizio piccino  e segaligno  e con l'occhio cattivo che ti ricorda Sammy Davis Jr.,  alzarsi dalla sedia e domandarti:
<<Ci', ha iuto a Venezia?>> (*)
Al che ti rimetti a rispiegare, a fornire maggiori dettagli sul contesto, ad usare  termini diversi ed abbozzare pure un disegno sulla lavagna.
Ma il tizio mingherlino  e che ormai hai deciso assomigli a Bafometto -  la divinita' dei templari,  insiste e non da' tregua:
<<Si', ma Ci'  ha iuto a Venezia?>>
E tu ci riprovi, usando questa volta metafore ardite con mele, pere e carciofi.
Ti sembra quasi per un istante di veder comparire la luce della comprensione nei suoi occhi cattivi, ma quando si alza per l'ennesima volta e ti chiede:
<Si', ma Ci' ha iuto a Venezia?>>
Sei tentato di chiamare la security e chiedere di acciuffare e buttare in oceano il segaligno. Poi pero' decidi di arrenderti per una volta, squadri per qualche secondo Bafometto e con tutta la calma di cui sei capace rispondi con un:
<<No, non sono andato a Venezia>>.
A volte occorre accettare la sconfitta contro i limiti umani.
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(*) Letteralmente << Ciccio, sei andato a Venezia?>>  e' la petulante domanda preferita da mio padre per rappresentare una richiesta  assolutamente fuori contesto e di chi non ha capito una fava della discussione.

mercoledì 9 febbraio 2011

Pensiero debole

Oggi cosi' senza preavviso alcuno, uno strano pensiero debole se ne e' uscito fuori tomo tomo, cacchio cacchio alla fermata "Embarcadero" della Bart:
"...E se mi comprassi ora che vado in Texas una cintura con una grossa fibia d'argento da bovaro?"
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martedì 8 febbraio 2011

Piero

Io ho un segreto inconfessabile che conosciamo solo io e l'edicolante Piero.
Ora lo condivido con voi.
Quando studiavo all'universita' vi erano materie che nella mia giovane e brillante mente evocavano spesso un pensoso interrogativo filosofico:" ... E che minchia significa?".
Quando questa filosofica domanda faceva capolino, era ora di mettere a mollo nel liquore celebrale la questione e farsi due passi per andare a comprare il giornale.
Mi vestivo (si fa per dire) da scappato di casa e mi recavo con l'aria stralunata all'edicola di Piero.
Prendevo il Corriere della Sera e davo a Piero tutte le monete che avevo.
Lui le contava, prendeva le 700 lire necessarie per il quotidiano e mi restituiva le monete in eccesso.
Il rito era iniziato al terzo anno di Ingegneria, quando perso in una astrusa questione di Fisica Tecnica non ero stato in grado di contare le monete che servivano per il giornale. Quella volta Piero fu comprensivo, mi prese le monete e mi disse :" non preoccuparti, nemmeno io sono andato tanto a scuola".
Ecco per il Piero da allora sono un ignorante un po' scemo da aiutare per la buona azione quotidiana. Questo ando' avanti per anni anche dopo che ebbi figli, che mi raccomando' tanto di mandare a scuola!
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lunedì 7 febbraio 2011

Non ballerai da sola

Aveva attraversato in fretta un oceano, tre lingue e nove fusi orari.
Aveva dormito in tutto 3 ore.
Ma era arrivato in tempo per farsi una doccia, la barba e vestirsi con il suo migliore abito. E poi lei si era vestita, con un abito verde petrolio un tantino folle ed eccentrico. Lui l'aveva presa per mano e l'aveva accompagnata alla fuoriserie lucidata per l'occasione.
Erano arrivati al ballo, centinaia di coppie male assortite in altezza ed eta', con gli uomini tutti molto piu' alti e vecchi delle femmine.
All'ingresso lui si era inginocchiato per farsi scattare una foto insieme. Dopo avevano ballato per ore, senza seguire per nulla la musica.


Volevo dirti che e' stato bello essere Il tuo "special guy" al tuo primo ballo delle Girls Scout, Francesca.
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domenica 6 febbraio 2011

Buco nero

Da ieri sono un buco nero, che attrae e divora qualsiasi cibo gli capiti a tiro. Ho cominciato verso sera con dei toast al burro di mandorle. Ho proseguito in bellezza a mezzanotte con due panini e 4 uova strapazzate. Verso l'alba due gelati come rinforzino. Per colazione una scodella enorme di cereali, con caffe' e succo d'arancio. Ma ho ancora fame, temo che se qualcuno non mi ferma finiro' per mangiarmi il mondo.
Come si spiega 'sta cosa?
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CiAveteMicaQualcheStuzzichino Emigrante

venerdì 4 febbraio 2011

Fatto in cielo

Da qualche parte sull’Oceano Atlantico,
Mi piace scrivere in aereo, e’ l’unico posto in cui non sono raggiungibile ne’ disturbabile, nemmeno dal tizio che mi siede accanto e  che ha in testa una tovaglia gialla arrotolata. E divento prolisso in aereo. Percio’ beccatevi ‘sto post lungo.


Giornali italiani
In Italia mi sono concesso regolarmente un piacere che mi e’ negato negli States; la lettura dei quotidiani italiani cartacei. I giornali italiani sono per lo piu’ fatti in questo modo:

  • -          Le prime quattro pagine sono dedicate  a Berlusconi
  • -          Due pagine riempite dai casi umani che popolano la politica italiana
  • -          Mezza pagina a che pensa e dice Napolitano
  • -          Mezza pagina ad un’intervista ad un giudice sulla mafia o sulla giustizia che e’ in crisi
  • -          Mezza pagina dedicata al culto della personalita’ per tale Saviano, oppure su una vecchia gloria della politica
  • -          Due pagine di cronaca con efferati fatti di cronaca per lo piu’ commessi da extracomunitari
  • -          Due pagine sulla cultura che spesso istigano in me osservazioni intellettuali di livello (“Ma che minchia sprecano carta ed inchiostro?”)
  • -          Le pagine dello sport con titolo stronzi tipo “Valentino, a tutta birra” oppure “Milito  a valanga”
  • -          Le pagine locali, di cui nessuno capisce perche’ le mettano giacche’ per lo piu’ riportano interviste di consiglieri comunali e regionali, o di vecchietti che fanno schioppare la casa col gas,  oppure le offerte sottocosto per le cozze all’Esselunga
  • -          L’articolo “incazzante”
Ecco l’articolo “incazzante”, come lo definisco io,  e’ la vera chicca. Cercatelo bene in ogni giornale italiano e lo troverete. E’ scritto in modo comprensivo  per  comportamenti abnormi  in modo da far inferocire l’italico lettore. Ieri per esempio l’articolo incazzante riportava le spese del consiglio regionale del Lazio che complessivamente spende in rappresentanza piu’ dello stato tedesco.
Che avra’ poi da rappresentare il Lazio, oltre al pecorino, e’ un mistero.

Costruzioni ed Architettura
In questo viaggio ho notato i cambiamenti in Milano, alcuni posti familiari ho stentato a riconoscerli.
Lo stile delle nuove costruzioni a Milano e’ ispirato agli States (vetrocemento).  Principalmente si costruiscono centri commerciali, uffici per banche o societa’ di telefonia, e case da 7 mila euro al metro quadro. Mi chiedo dove  intendano far vivere le persone reali.
Nell’Hinterland invece dominano i capannoni e l’architettura geometrile.
L’architettura geometrile ha ormai codificato un archetipo di casa: un edificio piccino con 2 massimo 3 piani. Di colore giallino o rosino e con balconi e con infissi in legno.
Lasceremo alle generazioni future ‘ste schifezze. Invece di lasciare ville Palladiane lasceremo trilocali Rossiani (nel senso fatte dal geometra Rossi) .

Traffico
Il traffico milanese e’ caotico, cattivo ed  isterico. Come i suoi abitanti. E non capisco come mai ci siano tutti ‘sti camion sulle autostrade. Una o spesso due corsie delle autostrade italiane sono riservate ai tir.
Ho visto due anziani sfidarsi a duello in una via del centro per una freccia dimenticata. Oppure ricevere puntalmente una clacsonata seccata se mi attardavo oltre il millisecondo a decidere quale via imboccare.

Cielo polacco e nostalgia
Avevo dimenticato il cielo invernale milanese. Ricordo che quando andavo a scuola  la mattina la  prima cosa che facevo era guardare fuori dalla finestra. D’inverno  immancabilmente il  cielo plumbeo   mi dava il buongiorno,  nessuna speranza che il sole potesse comparire.  Anzi spesso ti veniva il dubbio che fosse mai esistito. E sognavo di andarmene lontano.
Pero’ un pomeriggio mentre tornavo da una riunione mi sono accorto di non essere  lontano dalla casa in cui ho vissuto per 20 anni, non ho resistito e ci sono andato. Ero curioso di rivedere la finestra della mia stanza (terzo piano) e camminare nella strada in cui per anni nelle pause di studio ho osservato i  passanti,   giocando ad inventargli una vita.
Affacciato a quella finestra partorivo anche  pensieri profondi  e di prospettiva  o mi interrogavo sul mondo (“gioca Rumenigge Domenica?”, “Piacero’ ad Elena?”, “meglio i jeans di Armani o gli Stone Island?”).
La casa l’hanno pitturata di rosino, forse un geometra ha deciso che il marrone originale era poco glamour. Alla finestra del terzo piano non c’era nessuno, sarebbe stato bello se qualcuno avesse giocato ad inventare una vita per me.
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giovedì 3 febbraio 2011

Io voglio!

Sono in aeroporto e voglio un caffe'. E vorrei leggere sulla gazzetta della vittoria dell'Inter. E vorrei usare le ultime banconote in euro per fare shopping.
Ma non si puo, e' tutto chiuso.
Anche a Parigi in albergo mi sarebbe piaciuto fare come al solito colazione alle 5 del mattino prima di andare a correre.Ma era tutto chiuso.
Ma tra 14 ore saro' a casa, dove tutto e' sempre aperto ad ogni ora.
Pero' mi mancherai un pochino Europa.
Passo e chiudo dal vecchio mondo.
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martedì 1 febbraio 2011

Come riconoscere l'Emigrante

Se foste nel pomeriggio di oggi  nel  centro di Milano osservate i passanti. Se vi  capitasse di intercettare  uno che:
- E' elegante ma vestito leggero
- Ha l'aria infreddolita, ma cammina tuffando spesso il naso in una grossa coppa di gelato pistacchio e cioccolato
- Magari non ha la coppa di gelato,  ma il naso e la bocca macchiate di gelato al pistacchio e cioccolato
- Ha l'aria sperduta un po' principessa Sissy ed un po' Audrey Hepburn
- Sembra che non sappia  dove andare
- In realta' non sa dove andare
- Sta concionando sull'architettura  in stile trionfo post risorgimentale di Milano
Ecco nel caso fermatemi ed identificatevi. Ed offritemi un gelato pistacchio e cioccolato.
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