venerdì 4 febbraio 2011

Fatto in cielo

Da qualche parte sull’Oceano Atlantico,
Mi piace scrivere in aereo, e’ l’unico posto in cui non sono raggiungibile ne’ disturbabile, nemmeno dal tizio che mi siede accanto e  che ha in testa una tovaglia gialla arrotolata. E divento prolisso in aereo. Percio’ beccatevi ‘sto post lungo.


Giornali italiani
In Italia mi sono concesso regolarmente un piacere che mi e’ negato negli States; la lettura dei quotidiani italiani cartacei. I giornali italiani sono per lo piu’ fatti in questo modo:

  • -          Le prime quattro pagine sono dedicate  a Berlusconi
  • -          Due pagine riempite dai casi umani che popolano la politica italiana
  • -          Mezza pagina a che pensa e dice Napolitano
  • -          Mezza pagina ad un’intervista ad un giudice sulla mafia o sulla giustizia che e’ in crisi
  • -          Mezza pagina dedicata al culto della personalita’ per tale Saviano, oppure su una vecchia gloria della politica
  • -          Due pagine di cronaca con efferati fatti di cronaca per lo piu’ commessi da extracomunitari
  • -          Due pagine sulla cultura che spesso istigano in me osservazioni intellettuali di livello (“Ma che minchia sprecano carta ed inchiostro?”)
  • -          Le pagine dello sport con titolo stronzi tipo “Valentino, a tutta birra” oppure “Milito  a valanga”
  • -          Le pagine locali, di cui nessuno capisce perche’ le mettano giacche’ per lo piu’ riportano interviste di consiglieri comunali e regionali, o di vecchietti che fanno schioppare la casa col gas,  oppure le offerte sottocosto per le cozze all’Esselunga
  • -          L’articolo “incazzante”
Ecco l’articolo “incazzante”, come lo definisco io,  e’ la vera chicca. Cercatelo bene in ogni giornale italiano e lo troverete. E’ scritto in modo comprensivo  per  comportamenti abnormi  in modo da far inferocire l’italico lettore. Ieri per esempio l’articolo incazzante riportava le spese del consiglio regionale del Lazio che complessivamente spende in rappresentanza piu’ dello stato tedesco.
Che avra’ poi da rappresentare il Lazio, oltre al pecorino, e’ un mistero.

Costruzioni ed Architettura
In questo viaggio ho notato i cambiamenti in Milano, alcuni posti familiari ho stentato a riconoscerli.
Lo stile delle nuove costruzioni a Milano e’ ispirato agli States (vetrocemento).  Principalmente si costruiscono centri commerciali, uffici per banche o societa’ di telefonia, e case da 7 mila euro al metro quadro. Mi chiedo dove  intendano far vivere le persone reali.
Nell’Hinterland invece dominano i capannoni e l’architettura geometrile.
L’architettura geometrile ha ormai codificato un archetipo di casa: un edificio piccino con 2 massimo 3 piani. Di colore giallino o rosino e con balconi e con infissi in legno.
Lasceremo alle generazioni future ‘ste schifezze. Invece di lasciare ville Palladiane lasceremo trilocali Rossiani (nel senso fatte dal geometra Rossi) .

Traffico
Il traffico milanese e’ caotico, cattivo ed  isterico. Come i suoi abitanti. E non capisco come mai ci siano tutti ‘sti camion sulle autostrade. Una o spesso due corsie delle autostrade italiane sono riservate ai tir.
Ho visto due anziani sfidarsi a duello in una via del centro per una freccia dimenticata. Oppure ricevere puntalmente una clacsonata seccata se mi attardavo oltre il millisecondo a decidere quale via imboccare.

Cielo polacco e nostalgia
Avevo dimenticato il cielo invernale milanese. Ricordo che quando andavo a scuola  la mattina la  prima cosa che facevo era guardare fuori dalla finestra. D’inverno  immancabilmente il  cielo plumbeo   mi dava il buongiorno,  nessuna speranza che il sole potesse comparire.  Anzi spesso ti veniva il dubbio che fosse mai esistito. E sognavo di andarmene lontano.
Pero’ un pomeriggio mentre tornavo da una riunione mi sono accorto di non essere  lontano dalla casa in cui ho vissuto per 20 anni, non ho resistito e ci sono andato. Ero curioso di rivedere la finestra della mia stanza (terzo piano) e camminare nella strada in cui per anni nelle pause di studio ho osservato i  passanti,   giocando ad inventargli una vita.
Affacciato a quella finestra partorivo anche  pensieri profondi  e di prospettiva  o mi interrogavo sul mondo (“gioca Rumenigge Domenica?”, “Piacero’ ad Elena?”, “meglio i jeans di Armani o gli Stone Island?”).
La casa l’hanno pitturata di rosino, forse un geometra ha deciso che il marrone originale era poco glamour. Alla finestra del terzo piano non c’era nessuno, sarebbe stato bello se qualcuno avesse giocato ad inventare una vita per me.
Voster semper Voster
 

6 commenti:

  1. La parte del post "cielo polacco e nostalgia" e' molto commovente.
    Anche io, quando ero piu' piccola, giocavo ad inventare ed immaginare un'esistenza per ogni persona che vedevo.

    Lolly

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  2. Wow, nei voli intercontinentali c'è internet? Lo scoprirò!
    Ti scrivo da una scrivania davanti a una finestra di un dormitorio di Milano con centinaia di finestre tutti uguali, ma la mia è speciale... chissà perchè. E riguardo il cielo di Milano ci sta un "quotone" lungo una vita, traumatico per me che sono emigrato dal profondo sud. Qua il sole sembra essersi ammalato...

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  3. Marica
    :-)

    Lolly
    Mi piacerebbe leggerne un esempio di quell'esercizio.

    Gas12n
    Mica per scrivere ci vuole Internet. Ricordi ..pergamena..tavoletta...carta..wordprocessor.. :-)

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  4. Bello... anche a me è piaciuta tanto la parte del cielo polacco e nostalgia...

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