martedì 6 maggio 2008

Tutte la verità su Zampanò


Premessa Assiomatica per il lettore (si accetta per vera e basta)
Questo post è scritto per spaventare i bambini raccontandogli di Zampanò. Se non sei un bambino declino ogni responsabilità se sovrapporrai una favola alla realtà, anzi alla tua realtà.
Non so se la premessa assiomatica avrà senso né se la saprò spiegare, non so neppure se Zampanò avrà anche solo una verità da raccontarti. Però mi piacciono gli assiomi ed ho sempre trovato triste ma con un suo carattere Antony Quinn che grazie a Fellini resterà sempre nella mia memoria come Zampanò. Se non condividi la mia passione per gli assiomi puoi sempre scriverti un tuo post, nel qual caso auguri!

E poi Zampanò spezzava le catene con il petto.

Chi è Zampanò?
Io vi posso presentare il mio Zampanò, so che ne esistono altri, spero non siano molti.
Visto che è un post per bambini, caratterizziamolo fisicamente (in pratica partiamo dall'aspetto, sennò bimbi lo so che vi annoiate) ;
L'altezza rivelata
Zampanò è alto circa 1,80, ma potrebbe mentire su questo. Si narra di Zampanò che per poter sembrare più alti impunemente abbiano inventato partiti politici ed abbracciato presidenti americani dalla faccia da scimmia e l'occhio uguale a Gianfranco Decembrino.
Per i pochi non del mio quartiere che non sapessero chi fosse Gianfranco Decembrino, dirò che era quello che si arrampicava su ogni albero più alto di 1,30 mt ed adorava le galline. Praticamente un contadino pugliese che l'immigrazione proletaria degli anni '70 ha trasformato in tranviere dall'occhio furbo, ed il ventre prominente dovuto ai troppi 3x2 di olio e trippa in scatola al centro commerciale Scontrino (ma è una professione specifica quella di trovare i nomi ai centri commerciali? ). Insomma vi ho reso l'idea dell'occhio di Gianfranco Decembrino?
Bene, abbandoniamo al suo destino Decembrino , sebbene prometto che se questo post lo leggeranno numerosi, in un futuro prossimo troverete una biografia completa del nostro Dicembrino (e con questo regolo 390 anni di dibattito sulla funzione della letteratura e lo scopo ultimo dello scrittore).
Gianfra' dovunque tu sia ora (guidi un tram della linea rossa o verde della metropolitana milanese?) spero che alla fine anche solo un orto tu lo coltivi. Magari anche con una gallina.
Biondo ma quasi calvo
Dunque dicevamo 1,80 mt, e dai capelli biondi, fini e radi.
Per intenderci una specie di Hulk Hogan (vi ricordate i mitici scontri con Andrè The Giant, prima che diventasse buono?) o del calciatore Antonio Conte (a fine stagione prima dell'ennesimo trapianto). Se nessuno dei due rientra nel vostro immaginario, e credetemi siete strani perché sono nell'immaginario collettivo dei trentenni (lo so lo so che è per bambini il post, ma per dirla con Max Bunker" nun ce rompete"), mi dite a che è servito portare Internet in ogni casa? Digitate su Google “Conte” o “Andre The Giant” e vedete che succede (e mi raccomando niente divagazioni su certi siti Web sconci eh, come si possa abbinare il sesso con Andre the Giant meriterebbe un saggio, me lo segno).
Insomma biondo rado, ma con una chierica in cima alla zucca. E qui ci dobbiamo soffermare, per ben due motivi. Primo, il termine chierica. In questo momento non ho modo di verificare sullo Zingarelli se il vocabolo sia stato dichiarato abile, e quindi arruolato come italico da quelli della Crusca. Insomma non sono certo se sia realmente italiano o uno di quei dannatissimi termini dialettali che navigano nella mio liquore cerebrale pronti a scontrarsi, novelli Titanic, con gli iceberg di una matita rossa da maestrina. Per esempio "covatello" è italiano? E grigna?
A proposito di quelli della crusca, ragazzi sono con voi, salvatecelo voi l'italiano dagli orridi mostri metà uomo e metà meeting, per intenderci cosi tipo "shiftare" o peggio "faxare"(che nei bar sport diventa anche "fassare" cfr S. Benni -Bar sport-) .
Secondo punto su cui meditare è la natura ambigua della chierica, trattasi infatti di calvizie mimetizzabile o occultabile. E su questo che Zampanò fa leva, di solito porta tutti i capelli in avanti e confidando sulla statistica (in Italia non molti superano 1,80 mt) si fa passare per un capellone. Anzi si sente un capellone. Anzi di più, Zampanò ogni volta che si parla di calvizie è in prima fila nello sfottere il calvo "desnudo" (detto anche per comodità calvo palese).
Vertice di eleganza e di risparmio
Dunque alto 1,80 con i capelli biondi e fini ed adora sfottere i calvi "desnsudi" ma ancora non sapete nulla del suo abbigliamento.
Questo è uno dei punti forti di Zampanò, il suo cavallo di battaglia. Generalmente indossa degli orridi completi marrone pattumiera che ad occhio e croce sono stati confezionati utilizzando il pelo più duro ed ispido di pantegana del Lambro. Ora, per chi non conosca le proprietà antibatteriche del Lambro , non essendo della Bassa, sconsiglio vivamente un tuffo nelle sue acque se il vostro lavoro, come è probabile, vi porti nella città natale di Zampanò. Accidenti sto anticipando che risiede nel milanese, ed a proposito ma due o tre sindaci fa, non ci promisero il depuratore per le acque dei fiumi milanesi? Ma com'è che il Lambro è sempre radioattivo? Appunto sulla mia agenda, oltre che parlare di G.W. Dicembrino devo indagare sui depuratori che dovevano salvare i fiumi milanesi, evitare la mucillagine a Rimini e forse salvare l'universo, ma di questo non sono così sicuro.
Ma non divaghiamo (!- Il punto esclamativo ce lo metto io , così vi anticipo) , dicevamo del vestito di topo del lambro (anche detto Lambratto) di cui il Zampanò va fierissimo. E sì perché il nostro ogni volta che l'immancabile amico gli fa avere ad un prezzo stracciato il vestito fatto di Lambratto e firmato da Umbertelli (non chidetemi chi sia) si precipiterà in ufficio a pavoneggiarsi ed a mostrare arzillo la sublime qualità dell'indumento indossato. Di più troverà il modo per denigrare voi poveri ottusi che acquistate nelle boutique del centro (o negli Oviesse in periferia , non volevo essere inutilmente snob) a prezzi altissimi mentre lui con meno della metà ha acquistato un capo che lo porta ai vertici dell'eleganza, un riferimento assoluto nella moda nell'architettura e forse anche nella storia dell'arte. Ma la cosa insuperabile di Zampanò è che quando, mesi dopo, vi capiterà di discuterci di moda esordirà immancabilmente con un “…a guarda euro o non euro io al vestito firmato Armani non rinuncio ” e lesto si imbarca in una dimostrazione dal vivo delle proprietà quasi taumaturgiche del fresco lana (di Lambratto) e del taglio mistico di Armani (Umbertelli).
Milanesi e limitrofi avete notato la curiosa assonanza tra Lambrate (per i non milanesi un ex-paese armai inglobato in Milano) e Lambratto? Dite che ci ho preso? Chissà, rimandiamo la questione.

Magro o Grasso? Magro e grasso!
Ecco quindi il mosaico prendere forma di uno Zampanò di 180 cm con capelli biondopoco (se chiedete ad un ottico od una parrucchiera vi fornisce per certo il campione del colore biondopoco ) veste male ma di marrone, è grassoccio ma certi giorni sembra magro con la pancia ed altri grasso e con la pancia (confesso, ho riprovato ma l'ossimoro non mi è venuto come nel titolo).
Ciò che lo contraddistingue è che comunque in tutte anche nelle discussioni dove calca la scena Zampanò si trasforma da magro in grasso. L'Io narrante insomma seconda della convenienza della discussione si fa obeso o anoressico. Si parla del doping nelle palestre per gli amatori della cultura fisica (no Fitness non lo scrivo nemmeno sotto tortura) ? bene ecco Zampanò che calcando la scena per porsi come riferimento assoluto, esclama “ah a chi importa se schiattano per il doping? Se la sono cercata, meglio io con un po' di pancetta che…”. Se invece per esempio la discussione prende la china “americana” (le solite banalità ..in America si mangia male, sono dei bambinoni, tutto è enorme, se svieni in strada prima di caricarti in ambulanza controllano se hai l'assicurazione) e si discute del popolo di ciccioni (questo è innegabile sono grassi mediamente) ecco Zampanò che prendendo il centro della scena prorompe in un “ ah come si fa a vivere anche solo con un filo di pancia? Io non ci riuscirei mai!”.
Per la cronaca Zampanò è obiettivamente grasso per la maggior parte del tempo.
Sono pronto a scommettere che ora chiunque ha in mente uno Zampanò, il che mi porta a pensare che siano più di quanto non immaginassi (nota per un prossimo libro, sondare la possibilità di regolamentare per legge il numero degli Zampanò).
Dei natali, il padre e la sorella
Ora che cominciate a focalizzare il tipo permettetemi una digressione dalla asettica e cartesiana introduzione, e concentriamoci su ciò che racconta di se' il nostro.
Innanzitutto si definisce provienente sempre e comunque (ed inspiegabilmente) da Parma sebbene accento e fattezze suggeriscano provenienze diverse , dal Manzanare al Reno, ma non la bassa. Il Manzanare io l'ho sempre associato alla mirra, DOVE DIAVOLO SI TROVERA'?
Il padre a suo dire è stato un facoltoso imprenditore tramutatosi ora in un gentiluomo inglese (ma oriundo parmigiano si capisce) dal vago sentore di piante officinali (non mi chiedete di che sappiano io sono di Milano e posso parlare con cognizione di causa di asfalto, smog, pleure del polmone, e sindaci nudi a cavallo) . Naturalmente Zampanò padre e figlio giocano a golf quando si incontrano.
Invariabilmente Zampanò millanta una sorella miliardaria senza figli che se viaggia va in Russia però con una scorta personale. Non sono mai stati resi noti altri particolari famigliari da Zampanò, sebbene sia risaputo essere prole dotato.
Qualcuno afferma malignamente che il padre del nostro sia un pre-pensionato post telegrafonico (sportellista postale) e che in realtà la sorella fu in passato commessa all'Upim e gestisca oggi un pizzeria-cuscusseria al taglio in società con un tunisino, ammesso che la pizza possa vendersi al taglio. Pare che la sorella abbia una tresca con il tunisino. Il tunisino una volta ebbe da discutere con un vugile ed un notaio di Crema, ma questa è un'altra storia.

Qui Zampanò non c'entra
Già, non c'entra proprio, ma prima di riprendere la storia (storia?) che vi narravo ho bisogno di ragguagliarvi.
Su cosa dite? Semplice, sullo stato psicofisico in cui mi trovo ora. Sono a Madrid in una camera di albergo, ascolto canzoni milanesi (per chi la conosce, ora c'è quella dei gufi sulla povera Rosetta). Sono a letto e fuori piove.
La recompensa de una buena acciòn està en haberla hecho (Sèneca).
A cena ho avuto un assaggio della rinomatissima cucina iberica; baccala con salsa e marmellata di zucca. Piatto non maturo, allo chef servirebbe un giro in quel di Ferrara, sì perchè per togliere il dolciastro della zucca ci vuole l'amaretto (se capitate a Ferrara non fatevi scappare i tortelli alla zucca!).
There are only two rules for writing: to have something to say and to say it (Oscar Wilde)
Quindi eccomi novello Hemingway in una caffetteria madrilena, sorseggiando caffè. Peccato solo che io sia bagnato fino al midollo (detestabile espressione), invece di attendere l'apertura della plaza de toros sia qui aspettando un basco per iniziare una giornata di lavoro. Ma da quando Madrid ha un tempo schifoso come l'Aquila? (so che stavate completando la frase mettendoci Londra ma non esiste un posto con il tempo più brutto dell' Aquila). Vi siete mai trovati in una brutta caffetteria madrilena di ispirazione statale (tavoli in formica, baristi che si chiamano Pedro) con attorno nugoli di impiegati spagnoli che vi fumano addosso mitragliando esse castillane (ma che tutte le parole spagnole hanno davvero le esse?), e nel frattempo essere completamente zuppi, ivi compresa la costosa e non impermeabile giacca inglese? No, non credo, Ma se vi capitasse, non tirate fuori il computerino per scrivere un post, attirereste ancora di più l'attenzione.
Se capitasse a Zampanò, forse la prenderebbe meglio, magari un bel restyling fantasioso , tipo "Ero lì con il re di Spagna a Madrid"...no..Zampanò é più il tipo da "Eravamo io Ronaldo e Robertos Carlos...".
Ma Zampanò è cattivo?
siccome questo è un blog che mi sono scritto da solo, per scriverci quello che mi pare, rispondo subito. Si, è cattivo, essendo come aggravante italiano (bum e te che sei , svizzero?).
Partiamo dal fatto di essere italiano e dunque cattivo, siamo un popolo incattivito ed incialtronitosi negli ultimi 20 anni, e ve lo provo;
Riuscireste mai più ad immaginare un semplice picnic in un parco cittadino (mi rivolgo agli abitanti delle città più grandi), con un plaid ed un cesto di vimini pieno di cose mangerecce (brivido), un thermos di caffè, dei bambini attorno a voi, uno dei quali col il moccio? Confessate (è solo con voi stessi non temete) che anche l'idea vi mette a disagio.
Voster semper Voster

4 commenti:

  1. toglimi una curiosità... ma UMBERTELLI dove l'hai letto?

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  2. Umbertelli me lo sono inventato.
    Pero' rende bene l'idea (spero) del designer di moda sconosciuto ma con pretese.

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  3. heylà! mi scordai di questo blog... spero leggerai comunque il mio commento. Umbertelli è il mio cognome, e la mia famiglia è l'unica in tutt'italia ad averlo.
    Speravo conoscessi qualcuno con questo cognome...
    ciao:)

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  4. Ciao Laura Umbertelli.
    Non conosco nessuno con questo nome (tranne te ora :-)).

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