lunedì 2 giugno 2008

Metodi analitici di riconoscimento di un italiano all'estero


Passeggiando per San Francisco o in altri posti del mondo a volte mi capita di avere l'illuminazione, e mi trovo ad esclamare con deterministica secumera "questo e' italiano". E con una percentuale vicina al 100% ci azzecco.
Ma come faccio? La prima risposta che mi viene in mente e' che sono un genio!
Volendo proprio formulare una seconda ipotesi, direi che l'italiano ha caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono dal resto dell'umanita' e forse ve le posso elencare:
Abbigliamento
Non esiste in natura un italiano mediamente abbiente (se viaggia in America deve esserlo per forza, e se e' qui per fare il cameriere?....uhm insomma...nun ce rompete!) che esca di casa senza uno o piu' capi firmati. In particolare esistono un pool di marchi che trascendono la moda del momento e che sono ormai patrimonio dell' italiano, ed un insieme di aziende i cui i capi sono considerati modaioli che possono sparire o passare nelle marche "consolidate" del gusto italico. Sono esempi di marchi ormai storici Levis, Lacoste, Timberland, Ray Ban, Hogan, Tods, Polo by Ralph Lauren, Armani e sono sicuro che voi potete aggiungere una lunga lista di aziende i cui prodotti trovate fighi o vi fanno sentire a vostro agio.
In una personale lista di marche modaiole che ricordo o che sono attuali citerei; Guru, Abercrombie & Fitch, Gap, Kalvin Klein, North Face. E sono sicuro che anche qui ciascuno di voi puo' aggiungere qualcosa a questa lista.
Un possibile italiano lo riconosci subito perche' indossa uno dei prodotti di marche storiche ed in piu' spesso ha a bordo uno o piu' di quelli modaioli. Se poi ci sono due o piu' individui con queste caratteristiche, ecco che avete un 60% di possibilita' che siano italiani. Naturalmente potrebbero ancora essere spagnoli.
Eccoi allora che scatta la seconda fase di analisi:
Il comportamento sociale.
L'Italiano si sa, si ritiene geniale e creativo. Quindi non prende mai in considerazione una visita guidata, ma spesso preferisce la tecnica di visita della citta' detta "a cazzo". In sostanza si prepara con una lettura veloce in aereo della guida Michelin, e poi una volta sul posto ne ignora completemante i suggerimenti per seguire l'ispirazione del momento. Ne consegue che un potenziale italiano lo incontri sempre in posti dove un turista sano di mente non dovrebbe mai essere (tipo Market street a San Francisco, zona Onu, dove rischi la pelle) ed ha quindi giustamente la faccia preoccupata. Questo porta l'analista ad una percentuale di confidenza di riconoscimento del 70%.
Ma cio' che ad un occhio attento fa esclamare italiano! e' di sicuro l'approccio alla coda. Cioe' se osservate il soggetto (o i soggetti) vi sono sostanzialmente due approcci al problema dell'attesa.
Il primo e' detto ristrutturante. Il metodo ristrutturante della coda prevede la trasformazione della stessa in un mucchio. Infatti invece di mettersi dopo l'ultima persona in coda, l'italiano ci si affianchera' rendendone cosi' incerto l'ordine. Il metodo ristrutturante e' particolarmente efficace se applicato in gruppo, poiche' l'italico metodo e' in grado di mandare in crisi anche la piu' consolidata delle code, financo le mitiche di Disneyland.
Il secondo approccio e' detto ignorante o sostanziale, ed e' particolarmente efficace in solitaria o in coppia. Praticamente si ignora la coda e si va direttamente alla sostanza. Spesso l'italiano applica incoscientemente il metodo, nel senso che lo fa poiche' non immagina che per cose tipo un caffe' da Starbuck ci si debba mettere in coda invece del tradizionale assalto al bancone di un bar.
Voster semper Voster
P.S.
Ovviamente io e mia moglie grazie al metodo "a cazzo" andammmo a San Francisco tra la Market Street e la Mission con telecamera e macchina fotografica ben in evidenza. Solo una rissa tra bande rivali su chi dovesse spartirsi la preda ci salvo' miracolosamente dalla grassazione.

7 commenti:

  1. dio mio come hai ragione!!!!

    pensa che io accompagno all'estero i miei amati connazionali, principalmente in europa, e le tue osservazioni combaciano del tutto con le mie!!
    per non parlare poi degli studenti: sono ancora reduce dall'ultima esperienza a Berlino (se hai voglia dai pure un'occhiata nel blog: http://ilmondodifabio.blogspot.com/2008/04/ich-bin-ein-berliner-1.html) che mi ha sconvolto...
    La truppa puebescente era un coacerbo, no di più, una sinstesi immonda di tutti i comportamenti italioti all'estero...
    Io normalmente mi vergogno come un ladro, e cerco di camminare un po' più avanti, scansando le urla ed i fischi..
    Sull'omologazione del vestiario(giovanile inquesto caso) aggiungerei: ombelico scoperto ad ogni stagione per le girls, zaini invicta per tutti (una seconda bandiera italiana alla faccia del 2 giugno) e cerchietti in testa per i maschi...
    non ho parole... mi sembra di vederli lì negli USA perduti in mezzo al deserto, con la sicumera che nemmeno Phlias Fogg dopo 80 giorni avrebbe..

    Ciao

    RispondiElimina
  2. Mi riconosco assai nella tecnica della visita "a cazzo" .. devo proprio essere italiano..

    RispondiElimina
  3. Fabio
    Eppure non riesco ad essere cattivo con i connazionali all'estero. In fondo gli americani sono piu' rumorosi, gli inglesi ed i tedeschi piu' molesti, gli spagnoli piu' parvenue ed i francesi..piu' francesi.

    RispondiElimina
  4. io e un mio amico ci siamo trovati sotto market street vicino al consolato messicano se non sbaglio, alle 2 di notte a piedi... solo per la curiosità di andare in una discoteca americana dove c'erano in fila quasi cento ispanici che ci squadravano... abbiamo fatto la corsa piu lunga e veloce della nostra vita...!!!!

    RispondiElimina
  5. Anonimo
    Vedo hai sperimentato anche tu gli effetti collaterali del metodo a cazzo.

    RispondiElimina
  6. Posso annoverare di far parte del gruppo che gira le città con quel metodo.
    Finora però sono stata molto fortunata, capitando appunto "a cazzo" nei luoghi giusti al momento giusto: Cambi della guardia, orologi in funzione, gare di sculture di ghiaccio e così via...
    In Europa non ho mai avuto brutte sorprese (solo una volta a Parigi ma avevo solo 17 anni, ero molto ingenua e molto fortunata...)

    Ora che so di appartenere ad un gruppo specifico...starò più attenta!!

    RispondiElimina
  7. Ti hanno copiato? http://benemanonbenissimo.blogspot.com/2010/01/manuale-metodo-analitico-di.html
    Anonymous

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono accettati, se non violano le leggi americane o italiane. Tutto cio' che non e' un commento (spam, offese, richieste, etc) oppure mi infastidisce verra' cancellato.