venerdì 29 maggio 2009

la Fiat puo' andare in America ma non in Germania

Una riflessione che feci tempo fa e' che non esiste un solo dirigente di alto livello in una azienda tedesca che sia di origine italiana. Eppure in parecchi hanno scelto la Germania come terra promessa nel dopoguerra. Invece ne ricordo a decine di italo americani manager di societa' statunitensi. Nel caso specifico mi viene in mente Lido Anthony "Lee" Iacocca. Il nostro fu un mitico CEO di Chrysler che fece rinascere negli anni '80 l'azienda. La sua tecnica a volte ruvida si studia nelle scuole di business.
In questi giorni si sente spesso sui media americani dell'interesse di Fiat per Chrysler. La cosa e' vista di buon occhio e considerata auspicabile, la Fiat e' vista da questa sponda dell'atlantico come un'azienda che e' passata in pochi mesi da fare macchine schifose ed inaffidabili in una che ha creato modelli "cool" a basso consumo ed avanzate tecnologicamente.
Fiat sta anche cercando di acquisire Opel in Germania, la GM sarebbe favorevole, ma il governo tedesco sta cercando in tutti i modi altre strade, da quelle esotiche di un gruppo cinese sconosciuto ai piu' ad un'azienda canadese di componentistica. La verita' e' una; i tedeschi non accetterebbero mai che un'azienda di quella rilevanza finisca in mani italiane. Sara' che i tedeschi li battiamo sempre ai mondiali di calcio ? Mi fanno ridere gli europeisti nostrani aglio ed oglio, sempre pronti a sfoggiare una bella bandiera europea al posto di quella italiana. Come se la UE fosse uno stato. Io con un tedesco od un francese non voglio spartire un bel nulla, e le Opel mi hanno sempre fatto schifo, il clacson si rompe sempre.
Voster semper Voster

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