martedì 10 marzo 2009

Dedicato a chi sta pensando di emigrare con figli

Riflettevo che quando mi sono trasferito in America (dal Luglio del 2007) una delle principali preoccupazioni era la lingua per i bambini. Avevano da poco compiuto 4 anni (sono gemelli) e non parlavano ovviamente inglese. Stavano cominciando a creare relazioni forti con i loro amichetti dell'asilo. Quando decidemmo di accettare la proposta della mia azienda di trasferirmi non vi nascondo che io e mia moglie eravamo fortemente preoccupati per loro. Ma sono bambini coraggiosi, non si sono mai lamentati e nemmeno lasciati scoraggiare. Sono orgoglioso di loro. Mai un lamento, mai capricci per non andare in una scuola dove non capivano un accidente di cio' che gli chiedevano. Le prime lezioni alla pre-school (asilo) non capivano una sola sillaba di cio' che la gente diceva intorno a loro. Il primo Natale, dopo pochi mesi di scuola, riuscivano pero' gia' ad interagire con semplici espressioni in inglese. Ora dopo quasi due anni stiamo disperatamente cercando di fargli mantenere l'italiano. Tra di loro parlano inglese. A volte usano in italiano mettere gli aggettivi prima dei sostantivi ("Papa' mi passi quel rosso pallone?"). Non sempre sono in grado di cogliere cio' che i bambini mi chiedono con forte accento californiano.
Voster semper Voster

4 commenti:

  1. Beati loro! e pensare alla fatica che facciamo noi per imparare un'altra lingua..

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  2. per rassicurarti sull'Italiano: l'estrapolazione di strutture sintattiche da una lingua all'altra (come nel tuo caso: l'applicazione della sequenza aggettivo-sostantivo all'Italiano) e' molto comune fra i bambini bilingui di quell'eta'.

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  3. Ciao!Complimenti per la tua nuova vita!
    Una curiosità: tua moglie come si è trovata con la lingua?Vorrei convincere la mia ragazza a trasferirci in America ma non conosce una parola d'inglese ed ha molta paura.
    Cheers
    Marco

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  4. ciao,
    secondo me sei molto fortunato, specie di questi tempi di crisi. Che lavoro fai che non ti vogliono lasciare?
    Seguo molti blog di emigrati all'estero. Un'aspetto chiave e' secondo me portarsi la ragazza italiana dietro (ovvero averne una che accetta di cambiare vita....non e' una scelta ovvia!), oppure avere gia' un rapporto con qualcuno li.
    E' davvero incredibile, il posto in cui si e' nati non si scorda mai, anche se uno nasce nella fogna in africa e ci passa l'adolescenza.... sara' sempre il miglior posto del mondo, i ricordi andranno li, nostalgia, ecc...

    auguri e buon lavoro!

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