martedì 2 agosto 2016

Il Principe del Foro

In California esiste il tribunale degli “small claims’, per contenziosi sotto i 10,000 dollari.
Non vi sono spese e vi potete rappresentare da soli.
Praticamente il sogno della mia vita; in una corte vera a perorare la mia causa.
L'Emigrante andò già una volta vicino ad avverare il suo sogno di giovinetto  ed assumere le vesti di Perry Mason (qui potete leggere come ando').
Ma stavolta l'ho fatto davvero, sono stato un Principe del Foro. Va be' Principe Principe no, Conte del Foro! Va be' nemmeno Conte, ma solo Foro! Ecco Foro si!
Gia' ieri sera al tavolo del mio studio  preparavo la mia arringa; convincente ma pacata, vibrante ed appassionata, colta ma non pedante. E di prospettiva. 
E mentre scrivevo,  valutavo se fossi ancora in tempo ad ordinare su Amazon una toga nera  ed una parrucchetta da avvocato inglese visti nel film "un pesce di nome Vanda", tanto per impressionare il giudice e la giuria.
Abbandonata l'idea, e sconfitto dalla tracotante opposizione di mia moglie a farmi da 'assistente e portaborse da avvocato,  mi presentavo oggi pomeriggio in corte.
Terminati i dibattimenti precedenti, viene chiamato a dibattimento il mio caso.
Il giudice mi mette subito in difficolta' chiedendomi se fossi  "plaintiff" (NDA l'accusatore). Guardo mia moglie per aiuto, ma facendomi lei lo sguardo vago, rispondo con  un nettissimo " no, italiano" e con fare notarile mi accomodo in uno dei banchetti dibattimentali. E qui mi accorgo che non vi è giuria e non potro' quindi fare l'occhietto da piacione che ho provato tutta la sera precedente per arruffianarmi i giurati.
Si presenta anche la controparte, un tizio racchio con i capelli biondi tinti male  e cotonati. Sono tentato di chiedere al giudice di terminare seduta stante  il dibattimento  per manifesta superiorità in quanto a bellezza, ma desisto.
il giudice mi chiede di iniziare la mia arringa ed io mi alzo in piedi, e con mossa studiata in anticipo guardo con sintomatica lentezza tutto il pubblico e tutti i membri della giuria negli occhi.
Non essendoci più nessuno e non essendoci la giuria, l'esordio risulta meno sfavillante del previsto.
La mia arringa è tuttavia vivace, l'eloquio convincente, la voce calma e ragionevole. Termino l'arringa e  chiudo gli occhi attendendo fiducioso gli applausi commossi del pubblico e  che forse sventolerà fazzoletti bianchi come nelle corride quando al torero viene aperta la porta grande della plaza de toros per il trionfo. Mi aspetto che anche il mio avversario sia commosso da tanta eloquenza, che mi abbracci  e singhiozzando chieda venia delle sue mancanze.
In realtà Il giudice sonnacchioso si desta e si stropiccia gli occhi, ed un po' incazzato annuncia che che riceveremo le sue conclusioni presto per posta. Il mio avversario si aggiusta il pacco e se ne va, uno dei cancellieri cerca di adescare spudoratamente una mignotta sudamericana che passava di lì.

Voster semper Voster
UnLeguleio Emigrante


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