Sono così stanco, da un continente all'altro, un paese dopo l'altro. E quando sono stanco divento filosofico, e medito sul tempo che trascorre senza che io possa farci un bel nulla.
A volte quando suono esso rallenta, e nello spazio di un battito ci riesco a mettere anche quattro note, e sembra quasi estendersi. In quattro note puoi dire un sacco, anche un pensiero di una dolcezza assoluta che se ne sta li', sospeso. E poi però cade per fare posto ad altri pensieri magari meno assoluti ma comunque con un loro senso. E questo si ripete milioni di volte, all'infinito.
A volte mi piacerebbe navigare nel tempo che fu ed accarezzare i momenti che valevano la pena di essere vissuti e prenderne un souvenir cartaceo come ricordo. Magari la carta di un cioccolatino, o quella ricevuta del ristorante di Vegas. E metterli tutti insieme questi ricordi ed appiccicarli con della colla di farina che ricorda l'infanzia su un poster enorme.
Ed il poster lo intitolerei con lettere enormi di colore rosso :" Benvenuti nel tempo felice che ho vissuto".
Bussano alla mia camera, la mia cena è qui. Ci ho provato ma non sono riuscito a sospendere all'infinito i pensieri che ho appena scritto.
Voster semper Voster
lunedì 23 maggio 2016
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Questa immagine del poster della felicità è stupenda.
RispondiElimina....poesia struggente e tenera di nostalgico ingegnere in silicon valley... :) nat.
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