Quando non riusciva a dormire Il Barone si alzava dal letto 'mbaluso; con la bocca amara, una certa stanchezza malmostosa e voglia di attaccare briga.
Grido' in maniera sgarbata alla serva che stava in cucina che gli preparasse u cafe, la brodaglia nera con cicoria non migliorava le cose, ma almeno metteva in circolo i pensieri. O gli dava una buona scusa per andare al cesso a pisciare.
In attesa d'u cafe se ne andò sul balcone da dove si ammiravano i campi sterminati di dolcissimi agrumi dalla buccia giallo pallido che la sua tenuta produceva in quantità da tempo immemorabile.
Si girò ad ammirare il contrasto tra le pareti giallo ocra del tufo della facciata del palazzo ed il verde intenso del telaio delle finestre. Trovava quell'accostamento deliziosamente meridionale. Quasi gli piacque.
Tuttavia questa divagazione estetica non placò che per qualche istante la mente inquieta di Paolo. Da giorni con inquietudine rifletteva sui prossimi mesi che avrebbero trasportato il suo mondo nel '900. Il secolo della tecnica, come qualche francese cazzedduso l'aveva definito. Ad interrompere i pensieri arrivò la serva con il caffè.
Il Barone lo sorseggio con calma, infine si sbottono' il panciotto, si allisciò i capelli unti e rientrò in casa diretto all'armadio che custodiva i fucili da caccia.
Prese la doppietta con le canne più corte e la carico' a lupara.
Detestava le domeniche pomeriggio e quel nuovo secolo che incombeva minaccioso e prometteva di cambiare tutto nel suo personale mondo.
Sollevo' il cane di sinistra della doppietta.
Voster semper Voster
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