martedì 26 marzo 2013

Antonio ed il potere

C'e' una francese che mi conosce da anni, almeno di vista.
Ogni volta che mi vede si spertica in grandi saluti tipo "Antonio, ma che bello vederti!".
Oppure una volta "Antonio, quanto tempo che non ci vediamo!".
Insomma ogni volta e' "Antonio di qui', Antonio di li', Antonio su ed Antonio giu'".
Il punto e' che io mi chiamo Andrea, ed ora sono il suo capo.
Ieri mi ha salutato con "Ciao Andrea" (testuale in italiano).
La morale e' semplice: quando uno ha potere smette di essere Antonio (proletarissimno nome) per diventare Andrea (molto piu' aristocratico trovo!)
Voster semper Voster
ECheMiChiamoPasqualeIO?

15 commenti:

  1. hahaha, si sarà sentito una merda, poverino..

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    1. PoverinA. E ben le sta ole'.
      Ma che hai reso privato il blog?

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  2. ..a questo punto, visto la tua statura morale e professionale mi sarei rinominato "Francesco"..

    A proposito il bianco come ti sta? ;-)

    Stef.

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    1. Io mi ritrovo piu' nel nome di Innocenzo. Programmaticamente.

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  3. Anche i nomi proletari hanno un proprio fascino...allora chi si chiama Assunta o Concetta...o Carmela...che deve fare?si suicida perchè già etichettata??
    Nat.AS

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  4. Antonio è davvero proletario, pensa che ero fermamente convinta che si chiamasse così il mio compagno anche qualche tempo dopo averlo conosciuto, prima di leggere la verità sulla carta d'identità...

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  5. che personcina umile ma anche tremendamente ironica che sei anonimo..

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  6. Chissà cosa ha pensato quando le hanno detto "Andrea, si chiama Andrea!".

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