martedì 31 dicembre 2019

Chissà che mi credevo

Io da piccolo immaginavo che nel 2020:
- Le macchine  avrebbero volato (e dotate di guida autonoma)
- Il petrolio sarebbe finito, ed avremmo vissuto in una cupola a causa dell'inquinamento
- Il telefono sarebbe stato superato dal videotelefono
- Saremmo andati su Marte
- Avrei vissuto negli States
- Avremmo curato la vecchiaia e diventati immortali
- Avrei visto le sequoia giganti della California
- La Democrazia Cristiana sarebbe stata al governo
- Zoff in porta nella Nazionale di Calcio

Auguri di cuore, ne abbiamo bisogno.

Voster semper Voster





martedì 3 dicembre 2019

E' on line il mio Podcast

Ho voglia di sperimentare con il podcast, quindi ne ho creato uno.
Mi trovate su

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  • Apple (li)
  • Soundcloud (la)
La prima puntata l'ho pubblicata. 
Poi non dite che non vi ho avvisato,

Voster semper Voster
UnMultimediale Emigrante

mercoledì 17 luglio 2019

Dei Turisti e di Cinesi

Nell'Ottocento di turisti veri e propri ne giravano pochini o forse nessuno. Vi erano eleganti gentiluomi e gentildonne inglesi che con curioso interesse viaggiavano per il mondo, senza fretta, e con i modi propri di una borghesia colta ed illuminata, o di una nobilità sedimentata nei millenni.
Questo fino agli anni trenta del novecento, dove comparvero anche i primi turisti, colti  americani e  qualche sanguigno francese. Spesso tenevano diari di viaggio.
La seconda guerra mondiale sanci' l'ingresso nel mondo del turista americano. Gli statunistensi, primo vero popolo turista della storia. Per tutti gli anni cinquanta frotte di americani ruspanti si riversavano in Europa alla ricerca del pittoresco, dello stereotipo massificato. In Italia li vedevi su gondole pilotate da scadenti canterini veneziani, in tenute con magliette a righe rosse che li rendevano  stupidi o gondolieri (il che è lo stesso). Oppure cercavano di  accaparrarsi scadenti bottiglie di vino impagliate con la dicitura "Chianti" per accompagnare schifosi piatti di pasta "alla Alfredo".
Negli anni '60, passata la crisi postbellica, è il tedesco che si impone nel turismo mondiale. Calzati braghette, calze bianche corte e  e sandali di vitello grasso, i tutonici si aggiravano per le capitali del mondo cercando di risparmiare il piu' possibile per riempirsi la panza di birra di qualsiasi qualità.
Poi gli anni 80' portarono una falsa prosperità italiana, ed allora il mondo vide i turisti italiani.
Sempre in cerca dello spaghetto al dente, e con una perenne faccia schifata per il caffe', essi si aggiravano per le vie del mondo in cafoni abiti firmati, apparentemente incuranti di sperperare denaro. E li trovavi sempre nei posti più à la page, spesso dopo aver letto su Grazia un articolo.
L'italiano non ha mai viaggiato con una guida in mano, esso si fidava del metodo a cazzo, o usava i magazine femminili  come guida.
Gli anni 70',  e per i successivi 20, vedono un solo ed indiscusso protagonista mondiale del turismo; il giapponese armato di macchinetta fotografica. Perennemente agitato, e continuamente escalamante "toko toko toko" esso fotografava qualsiasi cosa, pure le cartacce gettate a terra o i piccioni  che  cagavano. E si muovevano rigorosamente in branchi da 50 esemplari. Tutti sfottevano i giapponesi turisti.
E poi negli anni '90 e nel duemila tutto si complica. Russi vestiti male e perennmemente alla ricerca di vodka, spesso accompagnati da vistose ragazze bionde alte due metri e scosciatissime, occupavano i posti pu' prestigiosi negli hotel e nei ristoranti. E fanno capolino le prime orde di idiani nei sari tradizionali, che si accompagnano all'immancabile fetore di spezie putrefatte.
Ma tutto va in malora per il turismo negli anni '10 di questo secolo, con l'arrivo dei cinesi. Un popolo di 1.3 miliardi di individui con milioni di consumatori midlle class ansiosi di sperimentare cio' che hanno visto per lo più al cinema di straforo.
Essi come i giapponesi si muovono in gruppo (ma piu' densi, 100 cinesi o più) e non capiscono perennemente una mazza, sembrano continuamente escalamare "chin ciun cin", si vestono male come i tedeschi,  e sono affamati di stereotipi come gli americani anni '50,  Ma hanno un tratto caratteristico unico; sono degli incredibili cafoni.
Se sono in albergo, essi non parlano, ma urlano il loro "chin ciun cin" sempre ad alta voce, anche nel mezzo della notte. E se perdono il branco non esitano a travolgere chiunque si frapponga al ricongiungimento.
E poi viaggiano sempre con almeno un cinese anziano ed un po' cieco con un bastone, che fa muovere tutto il gruppo con lentezza biblica. Sospetto che sia sempre lo stesso cinese che faccia di mestiere il cinese vecchio con il bastone per accompagnare i turisti.
Ah, e sono milioni, che si riversano tutti nelle stesse mete internazionali (Roma, Parigi, San Francisco, New York, etcetera), hanno reso il turimo terribile da pessimo che era.
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CheCredeDiAverInsultatoQuasiTuttiIPopoliDellaTerra  Emigrante


domenica 14 luglio 2019

Messico (e Nuvole)

Sono a Cancun.
I messicani mi parlano come un di loro, non come ad un Gringo.
Gli americani mi parlano come uno di loro.
Gli europei pure.
Alla fine non appartenere a nessun luogo ti fa essere cosmopolita, autenticamente.
Certo, io appartengo alla Calabria, ma questa è tutta un'altra storia.
Voster semper Voster

venerdì 5 luglio 2019

Budapest

E' molto bella.
Si mangia così così.
E' piena di anziani arrabbiati.
Non si vede in giro nemmeno un migrante.
E' economica.
C'e' un parco dove si trovano valigie e suppellettili di ebrei deportati nella seconda guerra mondiale. Questo vi colpirà come un pugno nello stomaco.

Da starci un paio di giorni al massimo, ci si sente turisti all'ammasso.

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mercoledì 26 giugno 2019

Ad perpetuam rei memoriam - Manila

Manilla è la più brutta città del mondo. Fa più schifo di Capo Rizzuto in Calabria.
- Il traffico è orrendo, se non ci siete stati non potrete camprendere come si possa viaggiare  in taxi alla media di un km ogni venti minuti!

- Il traffico non cessa nemmeno di notte o presto al mattino, e se si mette a piovere (praticamente sempre in questa stagione) gli ingorghi diventano biblici

- Ci sono miliardi di fastfood, spesso locali o asiatici, la cui sola idea di entrarci mi provoca  bolle verdognole sulla pelle

- L'inquinamento delle auto rende irrespirabile l'area. Il trasporto pubblico è affidato a simil 'bus" che sembrano jeep lunghe e tarchiate fatte artigianalmente in loco. Sono chiamate jeepney, ed inquinano individualmente più di una centrale di carbone

- Non ci sono negozi, ma buchi nei muri dove vendono  incredibili gadget  incelofanati o servono immonde brode  che se ingerite da un occidentale minacciano cagotti tremens di durata epocale.

- La gente è cordiale, legioni di studenti vagano dopo la scuola e lasciano sperare un futuro migliore per il paese.

- I giornali locali parlano costantemente delle mirabolanti azioni del Presidente Duterte. Ieri il Manila Times annunciava che il nostro eroe aveva risolto la crisi tra Cina e gli States

-Se siete in taxi in una strada a senso unico, vi puo' capitare di veder arrivare contromano (!) il corteo presidenziale che cerca di evitare così il traffico. L'ultimo veicolo del corteo è un'ambulanza

- Negli hotel di lusso servono per colazione alla mattina  pizza naoletana nemmeno malissimo, cotta  al forno a legno. Come faccio a sapere che non era male? indovinate!

Dalle Filippine è tutto,
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CheHaMangiatoPizzaAColazione Emigrante

martedì 25 giugno 2019

Asia

Sono in giro per l'Asia, e dovunque vedo un continente frenetico dove la modernità avviene senza progresso sociale, il capitalismo senza regole consente uno sfruttamente amorale di milioni di persone. Che sono perennemente, e con un certo caos, sempre al lavoro, inseguendo ideali e stili di vita occidentali dello scorso secolo.
Non ve lo auguro un capitalismo di stampo asiatico.
Questa sotto è Manila, come si presenta dall'ultimo piano del migliore Hotel della capitale filippina,















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UnNeoComunista Emigrante

venerdì 21 giugno 2019

Pagina di Diario

Oggi ho ricevuto il Selmer Mark VI Tenore (105.xxx 1963) dal tecnico che lo ha settato in condizioni quasi perfette. Riuscirà a superare l'intonazione ed il tono struggente dell'altro Selmer che possiedo?

Domani parto per l'Asia (Tokyo e Manila) e poi Budapest.

"..E miglia da percorrere prima di dormire"

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giovedì 6 giugno 2019

Musicista Professionista

E mi hanno pure offerto soldi, veri,  per suonare il 3 di Luglio.
Se solo non fossi in Asia avrei accettato.
Considerato che il taxi mi sarebbe costato 30 dollari, avrei bevuto  per almeno 15 dollari, e che l'ingaggio paga 40 dollari, direi di aspettare a darsi alle spese pazze da jazz star.
Però è un inizio.
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SelCustaIlGulStream Emigrante

sabato 1 giugno 2019

Pura Osservazione Fenomenica

Ad un certo punto nella vita ti accorgi che esiste una direzione in cui le cose si modificano. Quasi un tavolo inclinato in cui spontaneamente le cose vi rotolano in una direzione sola e determinata.
I nuovi stili di vita, i pensieri, il modo di vestire,  sensibilità nuove che all'inizio liquidi come frescacce. E' il mondo che ineluttabilmente cambia, che ti piaccia o no.
E' come si è evoluto per millenni, e così continuerà  negli innumerevoli secoli a venire.
Solo che tu sei nato in altro millenio, ed in un altro secolo, ed una sacco di cose che spariscono o si trasformano ti piacevano.
Invecchiare fa schifo.
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sabato 27 aprile 2019

Primo concerto

Caro diario, oggi il mio primo concerto in un'orchestra. Seconda sedia sax non è male.
La prima sedia suona il sax da quando aveva 6 anni (e più o meno ha la mia età) ed è nell'orchestra da più di dieci anni.
Se solo non dovessi ammettere con me stesso che siamo  solo due i sassofonisti nell'orchestra...
Certo, potrei sempre applicare quello che ho imparato nelle corporate e nella scuola di business, e distrattamente investire la prima sedia per conquistargli la prestigiosa posizione. Ma poi chi verrebbe con me a bere una birra ogni Giovedi' dopo le prove?
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CharlieParkerVonKarjan Emigrante

venerdì 15 marzo 2019

La protesta studentesca sul clima

Oggi molti studenti in giro per il mondo manifestano contro il cambiamento climatico, e pretendono cambiamenti. Gli stessi identici cartelli, con gli stessi identici slogan ovunque.
Deve essere la prima rivoluzione instagrammabile.
La generazione Z e' ancora più cretina dei "millennials", sono manipolabili con 4 foto sui social media di una bimbetta con la faccia  triste e sempre imbabuccata,   che chiede non si sa bene cosa a non si sa bene chi.
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MalaTemporaCurrunt Emigrante

sabato 9 marzo 2019

Semplice ma essenziale

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CheSperaCheNessunoScrivaPong