Mi fermo qui un attimo e respiro.
Lavoro tanto, suono tanto, leggo tanto, creo e penso tanto, dormo poco.
Mi chiedo se prima o poi mi si spegnerà questa ansia di vivere.
E mi rispondo.
A volte chiudo gli occhi in un mondo anni cinquanta in bianco e nero, in una balera dove un sacco di coppie ballano freneticamente jazz sul pavimento di legno. E sono su un palco con una sigaretta senza filtro arrotolata male tra le dita. Ho un completo havana, una camicia bianca ed una cravatta con motivi floreali. La cravatta e' slacciata. Sto seduto su uno sgabello, ho un sorriso furbo ed ho il mio sax appeso al collo. Chiamo tutti "cat".
Poi apro gli occhi e questa realtà nostalgica mi lascia indifferente.
Penso molto, lavoro tanto e suono, e forse prima o poi mi si spegnerà quest'ansia di vivere.
Voster semper Voster
venerdì 9 settembre 2016
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Ti auguro che si spenga il più tardi possibile!
RispondiEliminaÈ bello avere un lavoro che dà soddisfazione (almeno così mi figuro io nel tuo caso) e suonare di gusto! E pensare tanto, of course...
Buon fine settimana!
grazie
Eliminaanch'io ho la stessa malattia, non si spegne, niente da fare. d'altra parte sono cresciuta con un papà che alle insistenze di mia mamma di take it easy rispondeva: avrò tempo di riposarmi quando sarò morto.
RispondiEliminaQuella frase la uso spesso!
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