La nostra società occidentale è anestetizzata dalla ricerca assoluta del confortevole e del semplice, e dell'immediato. Ma anche fatta da rituali che si perdono nella notte dei tempi di cui non conosciamo il significato o l'abbiamo dimenticato.
Un esempio sono gli auguri. Noi ci scambiamo gli auguri per il Natale o il nuovo anno o anche per il compleanno.
Nella società estrusca e poi in quella romana esistevano gli àuguri, ovvero sacerdoti il cui compito specifico era di scrutare il volo degli uccelli per capire se una decisione (pubblica o privata) incontrasse il favore degli dei. Notate bene, non che fosse corretta o vantaggiosa, ma se incontrava gli auspici delle divinità.
Siccome io sono affezionato ai miei àuguri non voglio scambiarli con i vostri. Chi me lo dice che i vostri siano abili? E che non abbiano malattie? E che non siano mariuoli e si freghino l'argenteria di casa?
Quindi invece di scambiarsi sacerdoti io vi (mi) auguro (ops) che per l'anno nuovo siate in grado di prendere buone decisioni che abbiano l'approvazione degli dei.
Voster semper Voster
StayCoolPals Emigrante
mercoledì 30 dicembre 2015
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