mercoledì 17 luglio 2019

Dei Turisti e di Cinesi

Nell'Ottocento di turisti veri e propri ne giravano pochini o forse nessuno. Vi erano eleganti gentiluomi e gentildonne inglesi che con curioso interesse viaggiavano per il mondo, senza fretta, e con i modi propri di una borghesia colta ed illuminata, o di una nobilità sedimentata nei millenni.
Questo fino agli anni trenta del novecento, dove comparvero anche i primi turisti, colti  americani e  qualche sanguigno francese. Spesso tenevano diari di viaggio.
La seconda guerra mondiale sanci' l'ingresso nel mondo del turista americano. Gli statunistensi, primo vero popolo turista della storia. Per tutti gli anni cinquanta frotte di americani ruspanti si riversavano in Europa alla ricerca del pittoresco, dello stereotipo massificato. In Italia li vedevi su gondole pilotate da scadenti canterini veneziani, in tenute con magliette a righe rosse che li rendevano  stupidi o gondolieri (il che è lo stesso). Oppure cercavano di  accaparrarsi scadenti bottiglie di vino impagliate con la dicitura "Chianti" per accompagnare schifosi piatti di pasta "alla Alfredo".
Negli anni '60, passata la crisi postbellica, è il tedesco che si impone nel turismo mondiale. Calzati braghette, calze bianche corte e  e sandali di vitello grasso, i tutonici si aggiravano per le capitali del mondo cercando di risparmiare il piu' possibile per riempirsi la panza di birra di qualsiasi qualità.
Poi gli anni 80' portarono una falsa prosperità italiana, ed allora il mondo vide i turisti italiani.
Sempre in cerca dello spaghetto al dente, e con una perenne faccia schifata per il caffe', essi si aggiravano per le vie del mondo in cafoni abiti firmati, apparentemente incuranti di sperperare denaro. E li trovavi sempre nei posti più à la page, spesso dopo aver letto su Grazia un articolo.
L'italiano non ha mai viaggiato con una guida in mano, esso si fidava del metodo a cazzo, o usava i magazine femminili  come guida.
Gli anni 70',  e per i successivi 20, vedono un solo ed indiscusso protagonista mondiale del turismo; il giapponese armato di macchinetta fotografica. Perennemente agitato, e continuamente escalamante "toko toko toko" esso fotografava qualsiasi cosa, pure le cartacce gettate a terra o i piccioni  che  cagavano. E si muovevano rigorosamente in branchi da 50 esemplari. Tutti sfottevano i giapponesi turisti.
E poi negli anni '90 e nel duemila tutto si complica. Russi vestiti male e perennmemente alla ricerca di vodka, spesso accompagnati da vistose ragazze bionde alte due metri e scosciatissime, occupavano i posti pu' prestigiosi negli hotel e nei ristoranti. E fanno capolino le prime orde di idiani nei sari tradizionali, che si accompagnano all'immancabile fetore di spezie putrefatte.
Ma tutto va in malora per il turismo negli anni '10 di questo secolo, con l'arrivo dei cinesi. Un popolo di 1.3 miliardi di individui con milioni di consumatori midlle class ansiosi di sperimentare cio' che hanno visto per lo più al cinema di straforo.
Essi come i giapponesi si muovono in gruppo (ma piu' densi, 100 cinesi o più) e non capiscono perennemente una mazza, sembrano continuamente escalamare "chin ciun cin", si vestono male come i tedeschi,  e sono affamati di stereotipi come gli americani anni '50,  Ma hanno un tratto caratteristico unico; sono degli incredibili cafoni.
Se sono in albergo, essi non parlano, ma urlano il loro "chin ciun cin" sempre ad alta voce, anche nel mezzo della notte. E se perdono il branco non esitano a travolgere chiunque si frapponga al ricongiungimento.
E poi viaggiano sempre con almeno un cinese anziano ed un po' cieco con un bastone, che fa muovere tutto il gruppo con lentezza biblica. Sospetto che sia sempre lo stesso cinese che faccia di mestiere il cinese vecchio con il bastone per accompagnare i turisti.
Ah, e sono milioni, che si riversano tutti nelle stesse mete internazionali (Roma, Parigi, San Francisco, New York, etcetera), hanno reso il turimo terribile da pessimo che era.
Voster semper Voster
CheCredeDiAverInsultatoQuasiTuttiIPopoliDellaTerra  Emigrante


domenica 14 luglio 2019

Messico (e Nuvole)

Sono a Cancun.
I messicani mi parlano come un di loro, non come ad un Gringo.
Gli americani mi parlano come uno di loro.
Gli europei pure.
Alla fine non appartenere a nessun luogo ti fa essere cosmopolita, autenticamente.
Certo, io appartengo alla Calabria, ma questa è tutta un'altra storia.
Voster semper Voster

venerdì 5 luglio 2019

Budapest

E' molto bella.
Si mangia così così.
E' piena di anziani arrabbiati.
Non si vede in giro nemmeno un migrante.
E' economica.
C'e' un parco dove si trovano valigie e suppellettili di ebrei deportati nella seconda guerra mondiale. Questo vi colpirà come un pugno nello stomaco.

Da starci un paio di giorni al massimo, ci si sente turisti all'ammasso.

Voster semper Voster